Quando si parla di selle, molto spesso ci fermiamo a valutare la larghezza o la presenza del foro centrale. Eppure, c’è un altro aspetto fondamentale, che incide in maniera potente sul comfort: la forma frontale. Potresti aver sentito parlare di sella piatta, semipiatta o tonda, ma come decidi qual è quella giusta per te?
In questa guida proverò a spiegare con parole semplici e qualche esempio pratico come la forma frontale della sella influenzi la pedalata, la distribuzione del peso e, in definitiva, il tuo benessere in bici. Preparati, perché potresti scoprire che la sella che stai usando potrebbe non essere perfetta per la tua postura o il tuo livello di flessibilità.
Perché la forma frontale della sella è così importante
La sella, per un ciclista, è un po’ come il divano di casa. Ci trascorriamo ore, scarichiamo quasi tutto il peso del busto su di essa, ed è il contatto principale tra noi e la bici (insieme ai pedali e al manubrio). Se la sua forma non si sposa con la nostra anatomia, potremmo accusare dolori, fastidi o vere e proprie infiammazioni.
La forma frontale è quella che osserviamo guardando la sella “da dietro” o “da davanti”, come se fosse una sezione trasversale. In pratica, determina quanto la sella sia piatta (con i bordi laterali allo stesso livello) o quanto sia “tonda” (con un profilo più bombato verso l’alto). E sì, esistono anche forme intermedie, chiamate semipiatte, che cercano di coniugare i vantaggi di entrambe le soluzioni.
Ultimo aggiornamento 2025-06-08 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Piatta, semipiatta, tonda – Cos’è che cambia davvero
- Sella piatta
Generalmente si presenta con un profilo quasi lineare da un lato all’altro. Se la guardi frontalmente, potresti disegnare una linea retta. Questo tipo di sella tende a scaricare la pressione soprattutto sulle ossa ischiatiche (i “due punti duri” nei glutei), creando un appoggio stabile e ampio per chi ha un bacino inclinato in avanti o un certo tipo di rotazione pelvica. Ma se invece hai un assetto più eretto, potresti percepire questa sella come scomoda e troppo rigida in appoggio. - Sella tonda (o curva)
In questo caso, se guardi la sella da dietro, noti che la parte centrale è più alta e i lati digradano verso il basso. È come una piccola cupola su cui sedersi. Questo design segue la forma di chi pedala con il bacino più verticale, tipico di chi usa una city bike o di chi, pur su una bici da corsa, non ruota molto il bacino in avanti. Il risultato? Un sostegno migliore lungo tutta la larghezza, evitando concentrazione di pressioni su un solo punto. Tuttavia, se ruoti molto il bacino in avanti, una sella troppo tonda potrebbe premere eccessivamente nella zona genitale. - Sella semipiatta
È la via di mezzo tra i due estremi. Un leggero arco, né piattissima né molto bombata. Spesso viene preferita dai ciclisti che pedalano in più discipline o che hanno un assetto intermedio (non troppo eretto, non troppo sdraiato). Può rappresentare un buon compromesso, ma ricordiamo che la scelta è sempre soggettiva.
Cosa succede al tuo bacino quando pedali
Per capire perché questa caratteristica conta così tanto, dobbiamo immaginare come si presenta il bacino mentre siamo in sella. Pensa a due scenari estremi:
- Tronco verticale (city bike, commuting, cicloturismo lento)
In questa posizione, il bacino resta piuttosto eretto, e le ossa ischiatiche poggiano come una “V rovesciata” netta. Se la sella fosse piatta, potresti accusare fastidi e irrigidimenti, perché la “cupola” dei glutei appoggia su un piano troppo spigoloso. In questi casi, una sella più tondeggiante, che avvolga i glutei, risulta spesso più comoda. - Tronco molto inclinato in avanti (cronometro, triathlon, bici da corsa con posizione aggressiva)
Qui il bacino ruota verso il pube, e l’appoggio passa gradualmente dalla parte posteriore (ischi) a una zona più anteriore. Ora, se la sella è troppo tonda, ti troveresti con una specie di “collinetta” sotto di te, che potrebbe generare pressioni indesiderate sul perineo. Ecco perché chi ha un assetto marcatamente “low” spesso preferisce selle piatte o semipiatte.
Attenzione: non è solo la disciplina a decidere, ma anche la flessibilità lombare di ognuno. Potresti essere un biker da enduro con il busto piuttosto inclinato (magari perché hai ottima mobilità) oppure un ciclista su strada con schiena rigida che mantiene il bacino più verticale di quanto ci si aspetti dalla bici da corsa. Insomma, la posizione non è solo questione di specialità, ma anche di anatomia e abitudini.
I rischi di usare una sella sbagliata
- Se serve una sella tondeggiante ma si usa una piatta
In questo caso, la tensione si concentra lateralmente sui glutei (in corrispondenza delle ossa ischiatiche). Chi ha un assetto più eretto si sentirà come seduto su una panca di cemento: dopo un’ora o due, potrebbero nascere dolori o contratture. E più la pedalata è lunga, più questi dolori si protraggono a giornata finita. - Se serve una sella piatta ma se ne usa una tonda
La compressione si sposta verso il centro, coinvolgendo la zona genitale (uomo o donna che sia). Qui parliamo di possibili intorpidimenti, formicolii, infiammazioni. E se la sensazione di “dolore al minimo contatto” diventa troppo forte, c’è il rischio di dover sospendere l’uso della bici per un periodo. Nei casi estremi, il medico arriva a consigliare di smettere di pedalare – scenario da incubo per chi ama la bici!
Vale la pena prendersi il tempo di scegliere in maniera corretta, evitando di incappare in stress meccanici ripetuti che, sommandosi col tempo, possono danneggiare anche i ciclisti più resistenti.
Semipiatta
Tra le sellette piatte e quelle tonde, esistono i modelli “semipiatta” (o “medio-curve”). Sono spesso pubblicizzate come soluzioni più versatili, adatte a chi alterna posizioni diverse o ha una rotazione del bacino né troppo verticale né troppo spinta in avanti. Ciò può funzionare per molti ciclisti ibridi, magari chi fa strada e un po’ di fuoristrada, oppure chi non ha grossi problemi di postura ma cerca un buon equilibrio tra sostegno e libertà di movimento.
Come capire se il tuo bacino è più verticale o più inclinato
Chi ha la possibilità di rivolgersi a un biomeccanico troverà risposte più precise: esiste infatti un test che misura la flessibilità del tratto lombare, tipicamente con un goniometro digitale. Se la flessibilità è alta (70° o più), significa che puoi ruotare il bacino con facilità verso il pube. Se è bassa (intorno a 40° o meno), resterai più eretto, anche su una bici da corsa.
In sintesi:
- Flessibilità molto bassa: probabile preferenza per una sella tonda (o semipiatta) perché il bacino rimane più verticale.
- Flessibilità alta: un profilo piatto o semipiatto potrebbe risultare più confortevole, specie se pedali a busto inclinato in avanti.
Naturalmente, ci sono numerose sfumature e situazioni intermedie.
Altri fattori da considerare
Ricorda che la forma frontale è solo uno dei parametri importanti nella scelta della sella. Ci sono anche:
- Larghezza: Se hai ossa ischiatiche più distanti, ti serve una sella di almeno 143-145 mm (o più), mentre se hai un bacino stretto potresti stare bene su 130 mm.
- Forma centrale (piena, con canale, forata): Scegliere una sella con foro o canale aiuta a ridurre la pressione sul perineo, ma va considerato come si integra con la forma piatta/tonda.
- Profilo laterale (corta o lunga): Le selle corte e larghe vanno molto di moda, ma non è detto che siano la panacea per tutti.
- Imbottitura e materiali: Una sella più o meno imbottita incide sulla percezione, ma se la forma frontale non è quella giusta, nemmeno la migliore imbottitura potrà salvarti dai dolori cronici.
Consigli pratici per testare la forma frontale
- Prova sul campo: Se il negozio lo consente, prova la sella su un rullo o, ancora meglio, su strada. Concentrati sulle sensazioni nella zona ischiatica e nella zona perineale. Dopo 20-30 minuti di pedalata, se qualcosa non va, lo sentirai.
- Controlla la tua flessibilità lombare: Un test veloce (anche amatoriale, piegandosi in avanti da seduti) ti dà un’idea. Se ti pieghi facilmente, forse una sella più piatta ti farà sentire a tuo agio. Se sembri un pezzo di legno, potresti aver bisogno di una sella più curva.
- Attenzione alla regolazione: Una sella tonda e una piatta possono cambiare sensazione in base all’inclinazione (di solito si parte mettendola in bolla e poi si fanno micro aggiustamenti di 1°). Vale lo stesso per l’arretramento, che se errato può falsare ogni valutazione.
- Non inseguire solo la moda: Vedi tante selle piatte in gruppo? Non è un motivo sufficiente per sceglierne una se il tuo bacino è rigido e verticale. E viceversa, se senti tutti che dicono “la tonda è più confortevole,” ciò non significa che la userai bene se ruoti molto il bacino in avanti.
Conclusioni
La scelta tra sella piatta e sella curva (o “tonda”) non si può ridurre a un semplice “questione di gusti.” Dipende dalla rotazione del bacino, dalla flessibilità lombare, e dal tipo di posizione che mantieni in sella (più o meno aggressiva). L’errore di montare una sella piatta se ne serve una tonda o viceversa, può portare a dolori cronici e fastidi tali da farti abbandonare la bici per un po’. E non c’è niente di peggio, per un ciclista, che sentirsi dire dal medico: “Devi smettere di pedalare.”
Per fortuna, esistono professionisti e biomeccanici in grado di guidarti: misureranno la tua flessibilità, guarderanno il tuo assetto, e ti aiuteranno a individuare la forma frontale più adatta. Questa, insieme ad altri parametri (larghezza, foratura, imbottitura, lunghezza), compone il puzzle della sella ideale.
Non dimenticare che i piccoli aggiustamenti contano: un millimetro di arretramento, un grado di inclinazione in più o in meno, possono salvarti da mesi di sofferenze.
In pratica: se hai un bacino verticale (magari perché pedali con la schiena poco inclinata o perché sei meno flessibile), una sella tonda o semipiatta potrebbe offrirti una “carezza” più gentile sui glutei. Se invece ruoti molto il bacino (come avviene nelle posizioni aerodinamiche), una sella più piatta o semipiatta potrebbe sposarsi meglio con l’anatomia in quella configurazione. Ma la vera scelta la si fa provando e ascoltando il proprio corpo.