Più volte, durante le nostre pedalate, ci siamo trovati a pensare: “Con che dispositivo registro la traccia di oggi?” È un dubbio di tanti, un po’ come chiedersi se mettere la salsa di pomodoro o la panna in una ricetta tradizionale. Entrambe le soluzioni, ciclocomputer e smartphone, sembrano valide, ognuna con i propri sostenitori. Ma cosa cambia davvero, e soprattutto, quale soluzione fa più al caso tuo?
In questa guida cercheremo di rispondere in modo chiaro, mettendo a confronto questi due “strumenti intelligenti” che possono rendere le uscite in bici più divertenti e sicure. E alla fine, chissà, potresti anche decidere di usare entrambi, ma almeno lo farai con cognizione di causa.
Ingombro e dimensioni
Uno dei primi aspetti su cui ragionare è la dimensione del dispositivo. Se il tuo manubrio è già affollato di accessori (luci, supporti vari, borse), forse non vorrai aggiungere un grande smartphone. Un ciclocomputer classico (tipo i noti Garmin, Wahoo, Bryton…) ha uno schermo più piccolo rispetto alla maggior parte dei telefoni, quindi si integra bene anche su spazi limitati. Inoltre, essendo “nato” per stare sul manubrio, tende a dare meno fastidio e a farsi notare meno durante la pedalata.
Dall’altro lato, se ami le mappe dettagliate e vuoi visualizzare con nitidezza ogni singolo bivio, un telefono con schermo ampio ti facilita la vita. Puoi zoomare, osservare curve e salite, e magari scoprire con un colpo d’occhio quale strada imboccare. Esistono però ciclocomputer con schermi decisamente generosi (pensa al Garmin Edge 1030 Plus) che quasi rivaleggiano con gli smartphone. Tuttavia, se non vuoi spendere cifre importanti per un top di gamma e comunque sogni una mappa ben visibile, allora il telefono resta una soluzione imbattibile.
Occhio agli smartwatch: non li tratteremo in profondità qui, ma sappi che con un orologio, la lettura delle mappe risulta più scomoda, visto lo schermo minuscolo. Questo però lo rende perfetto quando lo spazio sul manubrio è già saturo o se non vuoi aggiungere alcun dispositivo. Una soluzione “da polso” che però, per la navigazione, è meno immediata.
Ultimo aggiornamento 2025-03-08 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Durata della batteria – Quanta autonomia ti serve
Se pedali spesso per due ore al massimo, forse non ti preoccuperai troppo dell’autonomia. Ma se ami gli allenamenti lunghi o i viaggi di più giorni, la batteria diventa determinante. Usare il GPS su uno smartphone consuma parecchio: non è raro vedere il livello scendere vertiginosamente dopo un paio d’ore di navigazione continua. Potresti portare un power bank, ma è altro peso da trasportare e in sella ogni grammo (o quasi) conta.
I ciclocomputer, invece, sono progettati fin dall’inizio per gestire il GPS in modo ottimale. Molti vantano 15-20 ore di autonomia, alcuni addirittura superano questa soglia. In un’avventura di un’intera giornata, la differenza si sente. Non meno importante è il fatto che, se tieni il telefono in tasca come riserva, hai sempre la batteria carica per eventuali emergenze (chiamare soccorso, controllare messaggi importanti). Tenere lo smartphone fisso sul manubrio come unico dispositivo in mezzo alla pioggia e col GPS attivo può scaricarlo rapidamente, lasciandoti senza contatti in caso di necessità.
Resistenza a intemperie e urti
Fare ciclismo non significa sempre sole e asfalto liscio. Piove, a volte nevica, e se pratichi MTB, c’è fango e pietrisco. I ciclocomputer sono spesso concepiti per resistere a pioggia, schizzi e piccole cadute. Li monti sul manubrio, li lavi con la bici a fine giro (sempre con un po’ di attenzione), e loro continuano a funzionare.
Lo smartphone, al contrario, è più delicato, sebbene alcuni modelli abbiano la certificazione IP67/IP68 (resistono all’acqua e alla polvere in modo discreto). Ma se cade a terra o sbatte contro un sasso, rischi di rompere uno strumento che non è solo un device di registrazione, ma il tuo contatto con il mondo (sms, banca, foto ecc.). Per proteggere un telefono sul manubrio, dovrai dotarti di un supporto robusto, possibilmente con copertura impermeabile o cover specifiche. E poi c’è il discorso degli urti: anche se i moderni schermi Gorilla Glass reggono, non è mai una garanzia totale.
Capacità di navigazione
Oggi la maggior parte dei ciclisti non si limita a tracciare percorso e velocità, ma vuole anche un minimo di navigazione, per esplorare strade o trail nuovi.
- Smartphone: Puoi usare app potentissime come Komoot, Strava, Trailforks. Hai mappe ultra-dettagliate, puoi vedere in tempo reale i punti d’interesse, e se c’è una connessione dati, hai accesso a un mare di info (meteo, recensioni dei sentieri, ecc.).
- Ciclocomputer: Molti modelli top di gamma (es. Garmin Edge 830/1030, Wahoo ELEMNT Roam, Hammerhead Karoo) hanno mappe caricate e indicazioni turn-by-turn. In alcuni casi devi pianificare i percorsi da PC o app e poi caricarli sul device, ma in cambio hai un sistema che funziona benissimo offline e consuma poca batteria.
Se attraversi regioni diverse, occhio che alcuni ciclocomputer potrebbero non avere precaricate le mappe di tutte le zone, e in quel caso devi scaricarle prima di partire. Sul telefono, invece, puoi usare le mappe offline di certe app (come Komoot) ed evitare così di consumare dati o restare senza info in assenza di rete.
Precisione e accuratezza dei dati
Che si tratti di un ciclocomputer da 50 euro o di uno smartphone da 1000, tutti si basano su GPS (e spesso anche su Glonass, Galileo, ecc.) per rilevare posizione, distanza e altimetria. In molti casi, la precisione è simile, con discostamenti di pochi metri. Ma:
- Ciclocomputer: Sono spesso dotati di altimetro barometrico e sensori dedicati (accelerometro, ANT+ per sensori velocità/cadenza), offrendo misurazioni più costanti e rapide. Ciò aiuta se passi in aree boscose, dove il GPS fatica.
- Smartphone: Hanno GPS integrato, ma in certe condizioni (fitta vegetazione, canyon, palazzi alti) può perdere il segnale. Se la correzione barometrica non è integrata, l’altimetria può risultare meno precisa. Tuttavia, esistono app e smartphone di gamma alta con barometro integrato, avvicinandosi molto ai ciclocomputer professionali.
Resta il fatto che, in condizioni difficili, un ciclocomputer di qualità resta generalmente più affidabile.
Supporto di app e sensori
Gli smartphone possono installare infinite app: Strava, Trailforks, Komoot, TrainingPeaks, e connettersi a sensori Bluetooth (cardio, potenza). Questo è un grande vantaggio: hai un ecosistema enorme, la possibilità di gestire anche messaggi e chiamate, e se ti piace correre o nuotare, puoi installare un’app multi-sport senza dover cambiare dispositivo.
I ciclocomputer moderni però non restano a guardare: molti includono app integrate (Strava Live Segments, TrainingPeaks, Connect IQ su Garmin) e si connettono a smartphone per notifiche push. Inoltre, supportano i protocolli ANT+ e Bluetooth, il che significa che puoi abbinare misuratori di potenza, fasce cardio e rulli smart. Se desideri un setup totalmente incentrato sul ciclismo e compatibile con una miriade di sensori, il ciclocomputer è una scelta sicura.
Il fattore costo e comodità
Ciclocomputer: Partono da circa 50 euro per modelli base (solo velocità/distanza) e possono arrivare a oltre 400 euro per dispositivi top con cartografia avanzata, funzioni di navigazione, analisi di performance, e display touch. In cambio, ricevi un prodotto dedicato, resistente, con batteria lunga.
Smartphone: Già ce l’hai (probabilmente), quindi non devi comprare nulla in più, se non un eventuale supporto per il manubrio. Tuttavia, se vuoi renderlo davvero fruibile in bici, conviene investire in una robusta cover protettiva e un kit di ricarica esterno, visto che il GPS consuma tanto. Senza contare che, se subisce danni, ripararlo potrebbe costare parecchio.
Alcuni trovano conveniente acquistare un telefono di riserva da tenere in modo dedicato, ma in quel caso la spesa potrebbe superare quella di un ciclocomputer di medio livello.
Altri aspetti – Emergenze, sicurezza e gusto personale
- Emergenze: Se hai un ciclocomputer, il tuo telefono resta in tasca con batteria intatta. In caso di problemi puoi chiamare soccorso, inviare la posizione, cercare info. Con il telefono come unico strumento di navigazione, rischi di scaricarlo e rimanere isolato.
- Sicurezza hardware: Montare lo smartphone sul manubrio lo espone a pioggia, fango e cadute. Un ciclocomputer, di solito, è più robusto e meno costoso da riparare/rimpiazzare.
- Gusto personale: Alcune persone amano la pulizia estetica di un manubrio con un piccolo ciclocomputer discreto, altri trovano comodo avere lo schermo grande del telefono, con i messaggi WhatsApp in diretta. Dipende dal tuo stile di pedalata.
Infine, non dimentichiamoci dell’orgoglio ciclistico: molti amano l’idea di un bel ciclocomputer di marca sul manubrio, come i pro. Altri preferiscono la versatilità di un telefono con 1000 app. Entrambe le posizioni hanno il loro fascino.
Conclusioni
Non esiste la bacchetta magica. Ecco qualche scenario:
- Se ami le lunghe percorrenze, magari gravel o Mtb, e vuoi un dispositivo robusto, affidabile, con molta autonomia e adatto a connettere sensori e mappe offline, un ciclocomputer di buon livello è quasi sicuramente la soluzione ideale.
- Se pedali meno di un’ora o due e non vuoi spendere in dispositivi extra, lo smartphone è perfetto: scarichi un’app, ti prendi un piccolo supporto da manubrio (o lo tieni in tasca per registrare i dati) e via, avrai tutto quello che ti serve. Basta un occhio alla batteria.
- Se vuoi ridondanza, potresti usare un ciclocomputer per la registrazione principale e tenere il telefono come backup o per emergenze. In caso di guasto o imprevisto col ciclocomputer, sai di avere i tuoi dati su app come Strava in simultanea.
- Se il tuo budget è limitato, uno smartphone che già possiedi, con un buon supporto impermeabile, ti consente di iniziare a registrare i percorsi. Più avanti, se la passione cresce, potresti passare a un ciclocomputer.
Il ciclocomputer è un dispositivo dedicato: batteria lunga, resistenza all’acqua/urti, connessioni multiple (ANT+, Bluetooth), mappe precaricate (nei modelli top) e integrazione con sensori di potenza e cadenza. Costo? Da 50 a oltre 400 euro, ma se cerchi qualcosa di affidabile e a lungo termine, è una scelta sicura.
Lo smartphone è versatile, ha uno schermo grande, infinite app (Strava, Komoot, ecc.), ma scarica la batteria in fretta con il GPS attivo e può essere più delicato sotto pioggia e cadute. D’altro canto, è un oggetto che già possiedi, e per uscite brevi può bastare.
Come sempre, l’importante è trovare la soluzione che ti permetta di divertirti in sella, senza finire col ritrovarsi in mezzo a un bosco con la batteria a zero. Se il tuo scopo è avere un compagno di viaggio super affidabile, che registra ogni singolo metro e ti offre mappe e statistiche all’infinito, forse vale la pena investire in un ciclocomputer. Ma se sei un ciclista occasionale, un telefono in tasca e un’app gratuita per tracciare il percorso potrebbero soddisfare alla grande le tue esigenze.